sui numeri del rifiuto e sul rifiuto dei numeri

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cortesia di Fotomovimiento

Testa o croce: chi si giocherebbe vita o morte con una chance su quattro lanci di monetina? Nessuno sano di mente. E forse anche ben pochi di coloro che pure concionano di immigrazione […] per sostenere che, siccome solo una parte degli stranieri che chiedono asilo se lo vede riconoscere [in] primo grado, allora ciò starebbe a significare che solo una piccola parte di chi arriva in Italia fugge davvero dalla guerra; che tutti gli altri sarebbero migranti economici e come tali dovrebbero essere rimandati nei loro Paesi perché non meritevoli di protezione internazionale.

[…] Si sottovaluta, intanto, che la tendenza statistica è già tutt’altro che “buonista”, poiché, se crescono le domande d’asilo esaminate dalle Commissioni (da 36.000 nel 2014 a 71.000 nel 2015), crescono anche le bocciature dal 36,2% al 52,6% delle istanze.

[…] E poi soprattutto si fa finta di non vedere che in una sede come ad esempio il Tribunale di Milano, che nel 2016 sta già viaggiando al ritmo-record di 400 ricorsi al mese […], nel 2015 per ben il 27% sono stati accolti. Vuol dire che più di una volta su quattro c’era una persona che, a dispetto del primo “no” ricevuto alla sua richiesta di asilo, aveva invece tutti i motivi per ottenere protezione internazionale […].

da Il Corriere della Sera, 23 aprile 2016

Sull’immigrazione, così come su tanti altri argomenti di attualità e non, si fronteggiano opinioni diverse quando non opposte. Spesso da una parte e dall’altra si citano cifre a sostegno della propria posizione, ma non sempre i numeri convincono della bontà degli argomenti.

Come nel caso in esame. Perché le statistiche citate nell’articolo sono compatibili sia con la tesi dell’autore che con la tesi contraria, e dunque il loro valore dimostrativo è pressoché nullo.

Il dato essenziale è l’aumento della percentuale delle domande di asilo rigettate passando dal 2014 al 2015.