avere la testa tra le nuvole

Da la Repubblica.it del 10 agosto 2012:

cortesia di Michelle Gray

UNA VITA (digitale) completamente cancellata. Spazzata via. Irrecuperabile. Il primo compleanno della figlia, i cari scomparsi da poco e quegli attimi con gli amici del college che con il tempo ha perso di vista. Momenti della vita di Mat Honan, firma di Wired, cancellati dalle memorie fisiche di computer e telefono da una coppia di hacker ventenni che volevano divertirsi con il suo account Twitter.

Alla fine, però, Honan ammette di non avercela neanche particolarmente con i due giovani hacker: “Sono un esperto di tecnologia, avrei dovuto saperlo che andava fatto un backup di quello a cui tengo”, racconta ora.

mi hanno rubato la parola (chiave)

Dal sito del quotidiano La Repubblica del 6 giugno 2012:

Potrebbero già essere finite online 6 milioni e mezzo di password sottratte in un attacco hacker al social network professionale Linkedin. Il sito al momento conta circa 150 milioni di utenti, e quindi l’attacco non è pesantissimo[:] compromesso meno di un decimo della base di utenza.

D’accordo, non esiste un criterio univoco per stabilire se un numero assoluto è grande o piccolo. Inoltre, 6 milioni e mezzo rappresentano meno del 5% (non del 10%) di 150 milioni. Ma non condivido i toni riduttivi, quasi consolatori, a commento delle cifre. Invito a rileggere cosa scriveva con tanto buon senso il gestore del blog Digital Inspiron a proposito di un episodio simile in cui era incappato il servizio Dropbox circa un anno fa, quando i numeri coinvolti erano decisamente più piccoli sia in termini assoluti che relativi.

ammissione di colpa

Dal blog della società di monitoraggio siti web pigdom:

Websites are getting more dynamic, and more heavily scripted. JavaScript is going through something of a renaissance. Perhaps, however, it is time to start reigning in the amount of JavaScript code that’s included on the average web page. Stats from HTTP Archive show an alarming trend. […] Another 50% increase over the coming 12 months would put us at 283 kB of JavaScript. Then add all the other stuff that’s also growing, such as image download size, and the picture for web performance enthusiasts start to get pretty bleak.

We’ve shown before how JavaScript is the fastest-growing contributor to web page size. Time to start paying more attention to this.

P.S. Yes, we’re aware this blog is an offender. One of the reasons we’re planning a revamp.

gioco di intelligenza

Lo scorso mese di luglio sono stati diffusi i risultati di una ricerca secondo cui chi naviga con IExplorer avrebbe in media un quoziente di intelligenza più basso rispetto a chi usa un altro browser. In realtà si trattava di una (simpatica) bufala, come si è scoperto pochi giorni dopo, architettata da uno spregiudicato imprenditore che solo tre mesi più tardi ha fatto ancora parlare di se, quando l’avventura del suo neonato servizio di backup online è finita decisamente male.

Evidentemente l’idea di misurare l’intelligenza dei navigatori rispetto al browser è piaciuta, perché a distanza di qualche mese è stata ripresa dai gestori del sito Calcudoku.org che hanno deciso di analizzare, stavolta seriamente, l’enorme mole di dati a loro disposizione sugli utenti del gioco online che da il nome al sito e di pubblicare i risultati.

ossimoro (7)

Da Wikipedia edizione italiana, oscurata per protesta contro il Comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni (versione evidenziata):

Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

La rivendicazione di questo retorico appello contro il Comma 29 mi ricorda tanto il paradosso di Comma 22 (la cui pagina oggi 5 ottobre 2011, ovviamente, non si può leggere).

piccoli numeri, grandi numeri

Dal blog Digital Inspiration di Amit Agarwal:

Something really scary happened at Dropbox yesterday that should worry anyone who have trusted their important files with the service.

The Dropbox system was left wide open for about 5-6 hours yesterday and anyone could sign-in to your Dropbox account if all they knew were your email address. They could just type any random characters in the password box and the system would let them in. Scary!

Dropbox has since then fixed the bug but what concerns me is this casual statement that they posted in response to such a serious security breach:

A very small number of users (much less than 1 percent) logged in during that period, some of whom could have logged into an account without the correct password.

At an event the previous month, founder Drew Houston was quoted as saying that the Dropbox service has 25 million users. That means about 250,000 users logged into Dropbox during that window and it’s definitely not a small number.