ricerca e trova: ma davvero?

Adolescenti, “dormire poco peggiora rendimento scolastico. Utile posticipare le lezioni”

da La Nazione del 27 gennaio 2023

studente dorme su una panchina con un libro che gli copre la faccia

cortesia di Tony Tran

Questo titolo mi ha fatto tornare alla mente una battuta: “Estate, picco nelle vendite di gelati e di annegamenti. Il governo mette al bando coni coppette e ghiaccioli.”

E’ la la confusione di tre diversi piani: descrittivo (i due fenomeni sono associati), esplicativo (un fenomeno causa l’altro), prescrittivo (l’intervento sulla causa è in grado di eliminare l’effetto).

La confusione tra i primi due piani è all’origine del famoso motto correlation is not causation, di cui ho fatto in passato una carrellata di esempi.

Dimostrare un nesso causale tra due fenomeni è un obiettivo molto più stringente di accertare semplicemente l’esistenza di una correlazione; in particolare, occorre escludere tutte le principali cause alternative del fenomeno indotto.

Non sembra questo il caso della ricerca descritta nell’articolo, per la verità in maniera un po’ confusa. Si parla di studenti sportivi che hanno effettuato diverse serie di tiri liberi durante le vacanze estive e poi durante il periodo scolastico, peggiorando le loro percentuali di realizzazione. A chi si chiede cosa centri la precisione nei tiri liberi con il rendimento scolastico, rispondo che me lo chiedo anch’io. Prendiamo comunque per buona (?!?) l’equivalenza tra risultati sportivi e risultati scolastici.

Ma la durata del riposo notturno non è l’unico fattore che distingue le vacanze estive dal periodo scolastico! Ce ne sono tante altre: la spensieratezza del non avere impegni, il bel tempo, lo stare all’aperto per buona parte delle giornate… Può ben essere che il mancato riposo notturno sia la causa di uno scarso rendimento scolastico, solo che l’impianto della ricerca non permette di trarre tale conclusione in maniera fondata.

Anche sulla confusione tra gli ultimi due livelli, valgono analoghe considerazioni. L’individuazione di una causa non garantisce la bontà del rimedio proposto. Nel caso specifico, anche se il dormire poco causa lo scarso rendimento scolastico, non è detto che ritardare l’inizio della lezioni risolva il problema. Potrebbe essere per esempio che alcuni tra gli studenti, confortati dal posticipo dell’inizio delle lezioni, vadano a letto ancora più tardi, senza aumentare il tempo dedicato al riposo.

Per supportare in maniera più convincente sia la relazione di causalità che l’efficacia della soluzione proposta occorrerebbero due distinte ricerche in grado di confrontare il rendimento scolastico variando solo le ore di sonno, o l’ora di inizio delle lezioni, ceteris paribus; cioè, a parità di ogni altra condizione. Gli studi randomizzati, dove la composizione dei gruppi da confrontare è decisa rigorosamente a caso, assolvono proprio a questo scopo: un sorteggio assicura infatti il mescolamento dei partecipanti, e di conseguenza che le loro caratteristiche individuali non influiscano sulla loro assegnazione a un gruppo piuttosto che a un altro. Alcune volte, però, un tale impianto non è realizzabile.

Perché, se dividere le scuole in due gruppi, mantenendo nel primo l’orario tradizionale e sperimentandone nell’altro uno posticipato, appare una operazione fattibile, è invece estramemente difficile immaginare di scegliere a sorte due gruppi di studenti, costringendone una metà ad andare a letto tardi, e l’altra metà presto, indipendentemente dalle loro abitudini precedenti…

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