dettagli di una (in)formazione poco (con)vincente

Fernando Santos, il ct degli ellenici, […] decide […], con il supporto della federazione, di rivolgersi a Nikolaos Demopoulos, famoso esperto di statistica, a cui chiede di affiancarlo per migliorare la gestione della squadra e magari anche le prestazioni […]
Karagounis borbotta un po’: Demopoulos l’ha obbligato a mettere la fascia di capitano sul braccio sinistro, perché secondo alcune statistiche il 72% delle squadre che vincono hanno il capitano che porta la fascia da quella parte.

Mi ha molto divertito l’articolo di Gianvittorio Randaccio tratto dal blog Quasirete della Gazzetta, per la rubrica I mondiali degli altri, anche se confesso che all’inizio non capivo se si trattasse di un commento beffardo a fatti veri o di una spiritosa invenzione. Poi l’assenza di qualunque notizia su web circa il fantomatico statistico al seguito della nazionale ellenica, e la lettura di un altro articolo della stessa rubrica, al limite dell’incredibile, mi hanno fatto propendere per la seconda alternativa. :)

Eppure, il pezzo è godibile proprio perché mentre lascia implicitamente intendere il carattere al limite dell’idiozia o dell’assurdità di certe (pseudo)strategie che descrive, racconta in maniera verosimile di come esse vengano convintamente applicate e perseguite.

i mondiali di calcio nell’era dei big data

Percentuale di possesso di palla, numero di tiri in porta e distanza percorsa sul campo da ciascun giocatore: sono solo alcune delle statistiche mostrate in sovraimpressione durante le telecronache delle partite di calcio, grazie alle numerose telecamere che scandagliano il campo da gioco senza soluzione di continuità.

L’enorme abbondanza di dati che le nuove tecnologie mettono a disposizione consente di confrontare anche graficamente i profili dei giocatori più famosi secondo le metriche più disparate, di costruire indici per valutare la loro forza, quella dei club di loro appartenenza e delle nazionali che partecipano ai mondiali di calcio.

Alcuni di questi indici sono stati e sono impiegati per prevedere i risultati delle partite dei mondiali di calcio in corso di svolgimento interattivamente, man mano che questo procede: tanto per citare qualche esempio, l’indice SPI sul sito FiveThirthyEight di Nate Silver, lo statistico che ha predetto esattamente il risultato delle ultime presidenziali statunitensi, l’algoritmo Power Rank di chartball, da cui è tratta l’immagine di fianco, e il progetto dell’Università di Berlino che è interessante anche perché consente di personalizzare i criteri in base ai quali simulare le partite.

Tutte queste iniziative mi hanno fatto tornare alla mente un racconto che ho scritto per diletto eoni fa, quando ero ancora un adolescente, proprio sull’impiego di quelli che oggi chiameremmo big data nella previsione del risultato dei mondiali. Mi sono messo a cercarlo e l’ho ritrovato nei meandri dei miei archivi. Lo ripropongo tale e quale, pur con i mille difetti che ha e tutta l’ingenuità che può dimostrare a distanza di tanto tempo (insomma, tanto per intenderci, si era ai tempi dei primi personal computer). Ho cambiato solo il nome di due squadre in modo che possa essere letto, nel limite del possibile, come attuale anche in questi giorni, a mondiale brasiliano ancora in corso. Perdonate il mio gesto nostalgico. :)

Chi vincerà i mondiali di calcio

Chiamò l’ascensore che doveva portarlo al diciottesimo piano, ai laboratori di ricerca di cui era direttore. Quella mattina si sentiva particolarmente stanco, più del solito; del resto, la sera precedente aveva anche fatto molto tardi in ufficio. Il lavoro negli ultimi tempi lo attraeva poco, non riusciva più a suscitare in lui gli entusiasmi che in gioventù lo rendevano così attivo e infaticabile. E poi, ancora tre mesi e sarebbe andato in pensione. Ormai aspettava solo quel momento.