la zona rossa


Sull’errore, se così vogliamo chiamarlo, che ha portato la Lombardia a essere dichiarata zona rossa per una settimana si è aperta una discussione completamente distorta e fuorviante.

E non mi riferisco alla diatriba sulla responsabilità degli eventi; ciascuno, districandosi tra le differenti e in alcuni casi un po’ ingarbugliate versioni della Regione e dell’Istituto Superiore di Sanità, può alla fine essersi fatto un’idea più o meno precisa di come siano andate le cose.

Ciò che appare del tutto fuori luogo è la feroce opposizione, sempre e comunque, all’istituzione di una zona rossa, considerata come il male assoluto. Esternazioni moralistiche che, ancora prima che l’errore diventasse palese, hanno definito la zona rossa come una punizione immeritata stanno su un piano che è e deve rimanere totalmente estraneo a quello dell’azione finalizzata a proteggere la salute pubblica.

L’epidemia è la malattia, la zona rossa è la cura. Ora, si può legittimamente e anche pesantemente criticare l’efficacia della cura, lo farò anch’io più avanti, ma confondere la prima con la seconda è un assurdo logico che non aiuta a comprendere e ad affrontare il problema.

Ma altrettanto discutibile è l’insistenza sul danno che l’errata istituzione della zona rossa avrebbe provocato. A mio avviso non solo il danno non si può provare, ma di più: potrebbe rivelarsi un beneficio.

Mi spiego. Il sistema delle zone gialle, arancioni e rosse è un meccanismo a limitazioni crescenti che ha l’obiettivo di contrastare la diffusione del virus in maniera tanto più forte quanto più essa appare più seria. E’ anche un meccanismo dinamico, perché l’attribuzione di un colore non vale per sempre, ma una regione può passare da un colore a un altro a seconda che la situazione epidemica evolva in meglio o in peggio.

E’ un sistema non esente da critiche.

Qualcuno sottolinea il fatto che non tutte le misure previste in base ai diversi colori appaiono coerenti, o appropriate, o proporzionate; in ogni caso non si può negare il principio generale: maggiore è il numero e la severità delle limitazioni adottate, più difficile diventa la diffusione del virus e di conseguenza più agevole il ritorno a una situazione gestibile.

Comunque il difetto più serio a detta di molti esperti, con i quali io concordo, è che questo sistema insegue anziché anticipare il virus, cioè non previene la diffusione dei contagi ma reagisce solo a posteriori, imponendo delle misure restrittive solo quando gli indicatori segnalano che c’è stato un peggioramento dell’epidemia.
Al contrario, una serie di misure preventive, seppure dolorose, tese ad azzerare o limitare al massimo i contagi, farebbe velocemente riguadagnare una situazione di relativa tranquillità e soprattutto di mantenerla più a lungo rispetto al caso precedente di continua oscillazione tra il giallo e il rosso.

Spero stia diventando chiaro quello che voglio dire: l’istituzione della zona rossa senza che ce ne fossero i presupposti è un errore solo nel sistema delle zone a colori, che insegue il virus, ma nell’ottica di una strategia proattiva che previene il peggioramento dell’epidemia non rappresenta più un errore ma una decisione che probabilmente ha avuto degli effetti positivi, evitando l’eventualità che ci si arrivasse dopo come misura inevitabile, e altresì contribuendo a far calare i contagi in modo da ritornare più velocemente in zona gialla e rimanerci più tempo.

Mi sono espresso in termini di possibilità anziché di certezza perché non c’è una grande differenza tra le limitazioni stabilite per la zona arancione e quelle per la zona rossa, e perché una settimana è un periodo di tempo abbastanza limitato. Ma, piccolo o grande che sia, qualche effetto l’avrà sortito. Si fosse trattato di una zona rossa ancor più severa, protratta per più settimane, si sarebbe parlato di danno inaccettabile ma gli effetti positivi sarebbero stati più evidenti e marcati.

Non tutti i mali vengono per nuocere. Anche se evidentemente paga di più lamentarsene.

1 pensiero su “la zona rossa

  1. Condivido questa lettura. Una sola precisazione. La zona rossa (come le altre zona) curano e prevengono contemporaneamente.

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