il numero di Calderoli

calderoli.jpgRiforme: algoritmo o equazione?
Tanti stanno cercando di capire l’algoritmo che ha generato 85 milioni di emendamenti. Pochi hanno invece capito la semplice equazione: “No riforme = No Renzi” dove le variabili,cioè le incognite, sono rappresentate dal numero dei miei emendamenti.

dalla pagina Facebook del senatore Roberto Calderoli

Non mi interessano granché (anzi, per nulla) le polemiche politiche a proposito della valanga di emendamenti presentati da Calderoli alla legge di riforma del Senato per paralizzarne i lavori. Per me se un’iniziativa ostruzionistica tanto semplice e insieme grottesca riesce nel suo obiettivo, più che il suo autore da biasimare è il sistema incapace di prevdere e gestire simili eventualità. Ne mi preoccupano le catastrofiche quanto inconsistenti previsioni sui suoi (solo teorici) effetti: miliardi di pagine da fotocopiare, tonnellate di carta da recapitare a ogni senatore, anni di tempo necessari a leggere, discutere e votare i singoli emendamenti.

D’altro canto mi incuriosiscono le notizie sull’algoritmo usato per generare i milioni di emendamenti. Dice Calderoli: Ho un programmino informatico che da un testo base è capace di ricavare decine di migliaia di varianti. Si cambia una parola, un articolo, un numero, e il giochino è fatto. […] Se in un emendamento scrivo la parola pera, l’algoritmo me lo riscriverà sostituendo pera con frutta, e poi con vegetale, e così via.

Anche se questa descrizione rimane abbastanza generica, mi viene naturale pensare che il meccanismo di generazione delle varianti abbia natura moltiplicativa. Per esempio, se un testo contenesse 10 volte la parola pera che può essere sostituita o meno dalla parola frutta, il numero di modi in cui si possono alternare questi due termini si otterrebbe moltiplicando 2 dieci volte, ovvero calcolando 210. Lo stesso accadrebbe se ogni parola fosse ripetuta nel testo una sola volta ma si individuassero 10 parole che possono essere sostituite da un sinonimo: il numero di varianti sarebbe ancora 210. Se invece per ciascun termine i sinonimi intercambiabili, compreso quello originale, fossero tre, o quattro, le possibili combinazioni, tutte differenti per almeno una parola, diventerebbero 310 o 410.

Il numero di varianti prodotte da un simile algoritmo sarebbe quindi uguale al prodotto di tanti fattori tutti molto piccoli. Ma le cose non stanno così. Il numero dichiarato di emendamenti prodotti dall’algoritmo è 82.730.460, che sorprendentemente, almeno per me, è il risultato della moltiplicazione di soli quattro numeri primi: 2 × 73 × 149 × 3803. E analoga constatazione vale per il numero di emendamenti presentati lo scorso mese, con una versione precedente dell’algoritmo: 510.293, numero che si ottiene moltiplicando tre soli numeri primi: 7 × 269 × 271.

Come interpretare questi risultati? Se è facile pensare a parole di cui esistono 2, o 7, possibili sinonimi alternativi, diventa arduo immaginarlo per numeri come 73, 149 e 3803. Un sintetico comunicato però fornisce qualche indizio: L’algoritmo del senatore della Lega Roberto Calderoli non è altro che una formula matematica particolarmente evoluta che permette di generare, attraverso l’uso di un computer, tantissime variazioni di un testo e con un senso compiuto, spostando una virgola o utilizzando un sinonimo. La spiegazione più probabile quindi è che i fattori fattori primi molto grandi corrispondano al numero di varianti generate dall’inserimento di un singolo segno di punteggiatura che può essere collocato lungo l’intero sviluppo del testo, per esempio dopo ogni parola, e quindi in un numero di posizioni diverse molto più grande rispetto alle alternative offerte da uno o qualche sinonimo di una parola.

Ecco allora che la scomposizione di 82.730.460 suggerisce come spiegazione più probabile che le varianti siano generate da una singola scelta tra due sinonimi (per il fattore 2) e dall’inserimento nel testo di tre diversi elementi di punteggiatura, come una virgola, un punto e virgola e una lineetta (per i fattori 73, 149 e 3803).

E chissà se il passaggio dai 510.293 emendamenti, numero scomponibile in tre fattori, ai 82.730.460 emendamenti, numero scomponibile in quattro fattori, rappresenta l’evoluzione dell’algoritmo che Calderoli spiega in un’altra maccheronica dichiarazione: Il sistema introduce una ‘quarta dimensione’ che teoricamente a seconda dell’inclinazione dell’asse cartesiano può produrre emendamenti all’infinito.

Mi viene quasi da ridere solo a scriverlo: i milioni di emendamenti così generati sono tutti copie quasi identiche dello stesso emendamento e non hanno dunque alcun distinto contenuto e significato proprio. Una simile banalità e assurdità non meritava tanto clamore e tanta preoccupazione perché avrebbe dovuto venire cassata semplicemente facendo appello al buon senso che deve essere il presupposto di qualunque legge e regolamento. Sempre che non ci sia sotto altro.

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