correlazione creativa


Da Sos Tariffe del 21 settembre 2013:

Secondo quanto rivela un recente studio condotto da Ericsson, più la velocità di connessione alla rete è elevata, e maggiore è anche il reddito mensile conseguito dal nucleo familiare beneficiario della banda larga.

L’analisi compiuta da Ericsson dimostra infatti che il raddoppio della velocità di connessione al web da 4 Mbps a 8 Mbps contribuisce a incrementare il reddito mensile di circa 88 euro nei Paesi Ocse […].

Tra le motivazioni citate dallo studio quali driver determinanti l’incremento del reddito familiare, Ericsson ricorda come con una buona connessione a banda larga si può accedere a servizi di e-learning delle più prestigiose università italiane senza muoversi da casa o, ancora, si possono compiere delle scelte d’acquisto più accorte, comparando prezzi e alternative proposte dal mercato.

Quello riportato è, ahimè, solo l’esempio più recente di un ragionamento fallace che si può incontrare ogni volta che vengono discussi i dati di una qualche ricerca o indagine:

  1. Si presenta un risultato, alcune volte anche banale o prevedibile, che dimostra la correlazione tra due caratteri, cioè la relazione per cui in media al variare dell’uno corrisponde una variazione dell’altro, nella stessa direzione o in direzione inversa.
  2. Si attribuisce alla correlazione un significato causale, affermando che la variazione di uno dei due caratteri è causa di quella dell’altro.
  3. Si suggeriscono diverse spiegazioni a supporto di tale tesi.

La correlazione si incontra nella quasi totalità dei fenomeni naturali e umani. Si possono fare innumerevoli esempi: la proliferazione di alcune specie vegetali cambia in base a quella di alcune specie animali, il tasso di natalità varia in relazione livello di occupazione femminile, l’incidenza di alcuni tumori dipende dal livello di industrializzazione, la disoccupazione varia con il tasso di inflazione, e via dicendo. Io stesso ne ho parlato, anche solo di sfuggita, diverse volte. In alcuni casi ci si accontenta di accertare l’esistenza di una correlazione; questa è la situazione, per esempio, di chi pubblicizza le sale per giocatori constatando che il vizio del gioco spesso si accompagna a quello del fumo.

Ma il più delle volte si vuole indagare la natura del legame che lega i due caratteri considerati, e allora nasce la tentazione di interpretare la correlazione in termini causali, senza accorgersi che si possono trarre delle conclusioni infondate. Il solo fatto che due caratteri A e B variano insieme infatti, senza altre evidenze, non autorizza a dedurre che A dipenda da B; può essere infatti che B dipenda da A, oppure che A e B si influenzino a vicenda, oppure che entrambi dipendano da un terzo fattore C che non viene citato.
Quindi il secondo passo della sequenza precedente è, in generale, sbagliato dal punto di vista logico.

Il caso in esame è paradigmatico. Affermare che il reddito famigliare dipende dalla velocità di connessione (cioè che un aumento della seconda determina in media un incremento del primo) è quasi demenziale. Non solo perché si tratta di una conclusione azzardata, che va oltre l’evidenza fornita dai dati; ma perché la spiegazione causale più ragionevole sarebbe quella inversa, ovvero che è il reddito famigliare a determinare la velocità di connessione (famiglie più agiate possono sottoscrivere contratti più costosi); o, altrettanto verosimilmente, che entrambi i caratteri dipendano da un insieme di variabili (come la collocazione geografica, il livello di istruzione dei membri lavoratori, eccetera eccetera). Le spiegazioni successive, più o meno realistiche, dimostrano solo che, qualunque deduzione illogica venga fatta, si possono sempre trovare degli elementi che, in teoria, la supportano.

Faccio un esempio provocatorio. Supponiamo, come peraltro sembra ragionevole fare, che esista una correlazione tra superficie dell’abitazione e reddito famigliare. Si potrebbe concludere che è la grandezza dell’abitazione a determinare il reddito, suggerendo implicitamente alla famiglie di prendere una casa più grande per migliorare le proprie entrate? Eppure, se accettiamo questa grottesca deduzione, potremmo sempre fare qualche considerazione a suo favore: che in una casa più grande è più facile tenere in ordine e consultare libri e materiale utile all’aggiornamento professionale, che avere più spazio a disposizione favorisce il benessere psicofisico il quale poi aiuta anche a trovare lavori meglio remunerati, e così via.

Dunque è bene valutare criticamente ogni interpretazione causale di una semplice correlazione, e gli scenari che la accompagnano vanno giudicati considerando tale interpretazione una ipotesi e non un fatto certo anche perché suffragato da considezioni successive, come purtroppo diverse volte succede.

2 pensieri su “correlazione creativa

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