alibi legitur

segnalazione di articoli interessanti letti altrove

  • Botta e risposta dalle pagine de Il fatto quotidiano. A Fabrizio Tonello (Femminicidio, i numeri sono tutti sbagliati) replicano Nadia Somma e Mario De Maglie (Femminicidio, lettera aperta agli scettici). Sebbeno lo stile sia collaudato, la replica non convince. Si parte dalla citazione di un caso di cronaca che suscita pietà e indignazione (la cosiddetta evidenza anedottica), contestando prima quelle statistiche che tendono a ridimensionare il femminicidio, e poi l’uso delle statistiche di per se, che oscurerebbero i drammi umani e sociali (il che ricorda paurosamente l’argomentazione dell’uomo di paglia), per sostenere la necessità di istituire un osservatorio nazionale sul fenomeno. Eppure sia I tempi (Gli omicidi contro le donne sono uno scandalo, ma i numeri del “femminicidio” sono gonfiati) che Identità (Inchiesta. “Femminicidi”: tra Realtà e vaneggiamenti mediatici) spiegano, dopo avere citato statistiche e fonti, perché diffidare dei toni allarmistici e di simili iniziative. E perché lo stesso termine femminicidio sarebbe da bandire.
  • Ma i tedeschi sono davvero meno ricchi di Spagnoli, Italiani e Greci? La meritoria traduzione di un meritorio articolo di De Grauwe e Yumei Ji su Voxeu che spiega come sia sufficiente sostituire un indicatore statistico a un altro (si parla di media e mediana) per capovolgere l’interpretazione dei dati sulla ricchezza dei cittadini dei vari stati europei. E così, invece di riconoscere che in Germania le differenze sociali sono molto più forti che altrove, si confrontano i poveri della Germania con quelli degli altri paesi europei con l’obiettivo di rendere accettabili nuove politiche di impoverimento e replicare a livello dei singoli stati, favorendo quelli più forti a scapito di quelli più deboli, i livelli di concentrazione della ricchezza presente in Germania a livello delle famiglie.
  • Due interessanti punti di vista a proposito del debito pubblico. Marcello Foa segnala Europa schiacciata da Debiti insostenibili, Italia e Germania messe meglio, una ricerca pubblicata su Rischio Calcolato che presenta la graduatoria degli stati europei per livello di debito distinguendo tra debito esplicito (quello che tanto viene contestato al nostro paese) e debito implicito. Gustavo Piga in Rispettiamo il trattato europeo: innalziamo il rapporto PIL su debito rilegge il dibattito su tale rapporto in termini di crescita del pil piuttosto che abbassamento del debito. A me sembra la riprova dell’assurdità di certi vincoli europei, ma il ragionamento è comunque degno di attenzione.
  • In Strange L-shaped trends una serie di grafici rilegge in maniera intelligente le previsioni demografiche delle Nazioni Unite per i più importanti stati europei e non solo, mostrando come siamo forse a un bivio destinato nei prossimi decenni a modificare pesantemente la struttura demografica della popolazione mondiale.

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