l’orientale ovvero la padella col buco

cortesia di IlSistemone

Guido Trombetti su La Repubblica del 15 luglio si lamenta dei risultati poco lusinghieri ottenuti dalle università campane nella recente classifica stilata dal Censis, incappando tuttavia in diverse incongruenze.

Ecco le sue due premesse.

Sui fattori che vengono considerati per scegliere un ateneo piuttosto che un altro:

Nello scegliere l’università i ragazzi, e le loro famiglie, adoperano i più disparati criteri. Certamente la fama degli atenei. Ma anche le esperienze spicciole narrate da amici e parenti. Certamente incidono i costi necessari a frequentarne uno lontano piuttosto che uno vicino. Ma anche il fascino di nuove esperienze di vita. Come conta la qualità delle strutture e dei servizi. E, ma invero poco, la qualità del corpo docente.

Sulla valenza delle classifiche degli atenei.

Infine incombe sulle scelte la foresta di classifiche in circolazione. Ce ne sono in giro molte. Alcune serie. Altre meno. I parametri scelti per stilarle variano. E con essi i risultati. Per cui l’unico valore che si può riconoscere è quello di una indicazione di massima.

Poi così prosegue.

fuga dalla sosta

cortesia di shuets udono

Dai risultati della ricerca, condotta su un campione di 1.220 persone di tutta la penisola con un’età compresa tra i 18 e i 74 anni, è emerso che il 17,7% degli italiani con patente di guida, cioè circa 7,7 milioni di automobilisti, ha danneggiato almeno una volta un veicolo in sosta.

Ma ciò che più colpisce è la scorrettezza: dall’indagine emerge infatti che 1,3 milioni di automobilisti hanno preferito andar via senza lasciare alcun recapito, anziché lasciare il classico bigliettino lasciato sul parabrezza. A conti fatti, parliamo del 16,5% di chi ha dichiarato di aver danneggiato un’auto in sosta.

da quattroruote.it del 24 giugno 2019

Qualcuno potrebbe chiedersi: come si fa a intervistare poco più di un migliaio di persone e a concludere che gli automobilisti che hanno avuto un certo comportamento sono diversi milioni?

Nel caso in esame c’è un numero non dichiarato che spiega la prima cifra assoluta: 43,5 milioni di automobilisti nella fascia d’età considerata; numero ricavato, presumibilmente, dagli archivi della motorizzazione civile. Applicando a questa cifra la percentuale rilevata tra gli intervistati, si ottiene per l’appunto 43,5*17,7% = 7,7 milioni, che rappresenta la stima del numero complessivo di automobilisti italiani che avrebbero vissuto lo stesso genere di episodi di quelli intervistati. Analogamente, gli 1,3 milioni di automobilisti scorretti si ottengono applicando la percentuale del 16,5% ai 7,7 milioni precedenti.

E’ legittimo fare una simile proporzione?