fuori i 30 secondi

gmail_150.png

Una piccola notizia cui è stato dato un (troppo) grande risalto: la funzionalità di Gmail che permette di bloccare un messaggio di posta elettronica entro 30 secondi dal suo invio (solo tramite interfaccia web) da sperimentale è diventata ufficiale. Se già prima la cosa mi sembrava buffa, ora trovo quanto tutto esagerato.

Comunque, mi è tornata in mente una battuta letta tempo fa su Twitter, tanto cinica quanto veritiera:

Non esiste al mondo un modo migliore di scovare un errore in un proprio messaggio di posta elettronica che rileggerlo dopo averlo inviato.

Poichè credo ciecamente, in ossequio alla legge di Murphy, che le cose storte succedono a prescindere dalle opportunità che abbiamo di evitarle, ritengo opportuno confermare la citazione precedente con un piccolo aggiustamento:

La funzione di annulla invio di Gmail è il modo migliore di rileggere un messaggio di posta elettronica dopo l’invio e accorgersi dopo più di 30 secondi che è stato spedito per errore.

analisi dei commenti spam su WordPress

Nella sezione in inglese: launch of wordpress spam analytics, la descrizione di un pannello a tre sezioni che rappresentano graficamente dimensioni (provenienza, distribuzione termporale e destinazione) dei commenti spam su questo blog, interattivamente e in tempo reale.

E’ possibile accedere direttamente alla pagina del pannello all’indirizzo https://www.antoniorinaldi.it/spam-analytics/.

avere la testa tra le nuvole

Da la Repubblica.it del 10 agosto 2012:

cortesia di Michelle Gray

UNA VITA (digitale) completamente cancellata. Spazzata via. Irrecuperabile. Il primo compleanno della figlia, i cari scomparsi da poco e quegli attimi con gli amici del college che con il tempo ha perso di vista. Momenti della vita di Mat Honan, firma di Wired, cancellati dalle memorie fisiche di computer e telefono da una coppia di hacker ventenni che volevano divertirsi con il suo account Twitter.

Alla fine, però, Honan ammette di non avercela neanche particolarmente con i due giovani hacker: “Sono un esperto di tecnologia, avrei dovuto saperlo che andava fatto un backup di quello a cui tengo”, racconta ora.

mi hanno rubato la parola (chiave)

Dal sito del quotidiano La Repubblica del 6 giugno 2012:

Potrebbero già essere finite online 6 milioni e mezzo di password sottratte in un attacco hacker al social network professionale Linkedin. Il sito al momento conta circa 150 milioni di utenti, e quindi l’attacco non è pesantissimo[:] compromesso meno di un decimo della base di utenza.

D’accordo, non esiste un criterio univoco per stabilire se un numero assoluto è grande o piccolo. Inoltre, 6 milioni e mezzo rappresentano meno del 5% (non del 10%) di 150 milioni. Ma non condivido i toni riduttivi, quasi consolatori, a commento delle cifre. Invito a rileggere cosa scriveva con tanto buon senso il gestore del blog Digital Inspiron a proposito di un episodio simile in cui era incappato il servizio Dropbox circa un anno fa, quando i numeri coinvolti erano decisamente più piccoli sia in termini assoluti che relativi.

ammissione di colpa

Dal blog della società di monitoraggio siti web pigdom:

Websites are getting more dynamic, and more heavily scripted. JavaScript is going through something of a renaissance. Perhaps, however, it is time to start reigning in the amount of JavaScript code that’s included on the average web page. Stats from HTTP Archive show an alarming trend. […] Another 50% increase over the coming 12 months would put us at 283 kB of JavaScript. Then add all the other stuff that’s also growing, such as image download size, and the picture for web performance enthusiasts start to get pretty bleak.

We’ve shown before how JavaScript is the fastest-growing contributor to web page size. Time to start paying more attention to this.

P.S. Yes, we’re aware this blog is an offender. One of the reasons we’re planning a revamp.