in mediana stat virtus

Da la Repubblica.it del 7 luglio 2012:

Bondi parla poco […] Ma quando parla – per chi riesce a capirlo – il suo ragionamento non fa una piega. Vediamo la spending review. […] «Il nostro metodo? Istat ha elaborato con un’ analisi di regressione su nove variabili combinate un indicatore di normalità, cioè (per chi non l’ avesse capito, ndr) l’ interpolante statistica». Risultato: «Abbiamo individuato la mediana di spesa». Il nuovo bau-bau che già fa tremare i polsi agli enti locali di tutta Italia. «Abbiamo fatto i conti», ha tradotto magnanimo per i comuni mortali il manager aretino: il risultato è che ci sono comuni, provincie e regioni che spendono «dal 25 al 60%» della media su «54 categorie merceologiche» delle loro forniture. E nessuno di questi enti locali, con Mister forbici e le sue mediane all’ orizzonte, dorme da oggi sonni tranquilli.

Un pezzo di una comicità stralfaciona quasi poetica. Mi domando se volontaria o meno.

giustizia e fortuna, ovvero per merito o per caso


cortesia di Mirko Tobias Schaefer

Dal quotidiano La Repubblica del 26 giugno 2012:

Discriminati da un meccanismo che non seleziona affatto gli studenti migliori. Anzi, appare come una lotteria. Così sarà la Corte costituzionale a decidere sul destino del numero chiuso all’università.

Il meccanismo attuale – che prevede il numero programmato a livello nazionale per Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e per le Professioni sanitarie […], ma con graduatorie finali stilate da ogni singolo ateneo – sceglie veramente gli studenti migliori? Li mette tutti nelle stesse condizioni di partenza? O l’ammissione è anche in parte frutto del caso?

“Mentre a Bologna sono stati necessari 47 punti per il collocamento utile in graduatoria, a Sassari ne sarebbero stati sufficienti 37 e a Napoli 40,75”, si legge nell’ordinanza dei giudici [del Consiglio di Stato] E concludono: “A fronte di una prova unica nazionale, con 80 quesiti, l’ammissione al corso di laurea non dipende in definitiva dal merito del candidato, ma da fattori casuali e affatto aleatori legati al numero di posti disponibili presso ciascun Ateneo e dal numero di concorrenti presso ciascun Ateneo, ossia fattori non ponderabili ex ante”.

Dall’articolo The Lottery pubblicato sul giornale studentesco The Hardard Crimson il 23 novembre 2010:

Harvard […] should set its own minimum threshold and then randomly cull from that vast majority of applicants who meet it. William R. Fitzsimmons ’67, Harvard’s long-time dean of admissions and financial aid, has said that 80 to 90 percent of Harvard applicants are qualified to be here. Harvard should identify that 80 to 90 percent, and then randomly accept 1600-1700 of them.

For one thing, “excellence” in the Harvard admissions process—and at Harvard—has a lot less to do with virtuous character traits than with an ability to game the system. By placing a premium on students who go above and beyond in extracurricular realms, Harvard has attracted a number of truly incredible people but has also encouraged a high school arms race wherein kids cram their schedules with activities in an attempt to attract admissions officers.

By selecting for this kind of behavior, the admissions process doesn’t encourage real excellence, but, to use the novelist Walter Kirn’s term from his hilarious book and essay “Lost in the Meritocracy,” “aptitude for showing aptitude.” This may well be of use in students’ careers after college, but it is orthogonal if not antithetical to the goals of a liberal arts education.

Il primo articolo di questi giorni mi ha fatto tornare alla mente l’altro, letto tempo fa, paradossalmente contrapposto: mentre in Italia il sistema per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso senza graduatoria nazionale è contestato perché assimilabile a una lotteria, negli Stati Uniti il provocatorio editoriale di uno studente di Harvard denuncia le storture del processo di selezione e propone di sostituire le prove di ammissione alla prestigiosa Università con una lotteria.

stime d’evasione

Dall’intervista all’ideatore di tassa.li, un progetto che permette di segnalare online e in forma anonima la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali, e di controllare in tempo reale la dislocazione geografica e l’ammontare delle segnalazioni, nel corso della trasmissione radiofonica Caterpillar del 9 gennaio 2012 (parte 1):

Domanda: Voi monitorate quanto è stato evaso come montante totale dell’evasione?

Risposta: Esattamente. Al momento contando che l’applicazione è attiva da giugno siamo a 2 milioni di euro di mancata emissione di documenti fiscali come vediamo dal sito. Però è una cifra che se la rapportiamo al numero degli italiani fa spavento perché al momento abbiamo 6000 utenti. Se ogni italiano fosse utente dell’applicazione e la usasse con continuità arriveremmo a superare i 40, 50 miliardi.

Non ho nulla da eccepire sul calcolo in sè: moltiplicando 2 milioni di euro prima per 10.000 (il rapporto tra i 60.000.000 di italiani e i 6.000 utenti del sito) e poi per 2 (il rapporto tra il numero di mesi da giugno, che escludo per comodità di conto, a dicembre e i 12 mesi dell’anno) si ottiene giustappunto la cifra di 40 miliardi di euro in un anno.

pronostici elettorali


L’articolo Is Obama Toast? Handicapping the 2012 Election apparso sul New York Times descrive in maniera dettagliata e interessante un metodo per calcolare delle probabilità dell’attuale presidente americano vincere le prossime elezioni presidenziali ed essere quindi riconfermato il prossimo mandato. Nate Silver, il suo autore, spiega come negli Stati Uniti le elezioni presidenziali vengano studiate secondo due diversi paradigmi interpretativi: a) il modello del referendum, secondo il quale gli elettori giudicano con il loro voto l’operato del presidente in carica e del suo partito a prescindere dall’avversario, e b) il modello dell’elettore medi(an)o, secondo il quale gli elettori giudicano unicamente il carattere moderato o estremista dell’avversario, mentre l’operatore del presidente in carica non conterebbe nulla.

Alla luce di questa impostazione, Silver costruisce un modello predittivo per calcolare le probabilità di vittoria di Obama alle elezioni del prossimo anno sulla base di tre indicatori:

  1. la percentuale di consensi raccolta dal presidente in carica nel penultimo anno di mandato;
  2. la variazione percentuale del PIL (GDP) nell’ultimo anno di mandato;
  3. un punteggio numerico che traduce la posizione ideologica del candidato sfidante.

decidere non è mai facile

Il direttore scientifico della Wada (l’agenzia mondiale antidoping) Olivier Rabin, da quotidiano.net:

Nel caso di Contador la quantità di clenbuterolo riscontrata nel campione di urina era trascurabile “ma -ha spiegato Rabin- non si può dire che non si tratti di una positività perché la quantità è piccola. E’ proprio questa la difficoltà della situazione: potrebbe essere doping ma anche un’altra cosa.

Il caso (più o meno) controverso del doping di Contador è ben riassunto da Guido Tedoldi, mentre Martin Budden ne offre una discussione prettamente matematica.
A me interessa invece rimarcare che dopo i recenti titoli sui cellulari che potrebbero provocare il cancro, questa dichiarazione rappresenta un altro esempio di banalità lapalissiana: è difficile giudicare un caso di doping, perché potrebbe non trattarsi di doping. A mio avviso si tratta tuttavia di due ovvietà differenti: la prima sembra il frutto di una certa dose di superficialità e del desiderio della notizia sensazionale; la seconda invece pare un alibi per giustificare una prossima decisione dove la politica peserà molto più dei dati.

un foglio elettronico per Sudoku

In rete sono stati proposti parecchi risolutori di Sudoku per Excel: potete cominciare a esplorarli da questa pagina. Tutti, o perlomeno tutti quelli che sono riuscito a trovare io, hanno lo stesso punto in comune: si tratta di algoritmi implementati via macro, ovvero scritti in VBA.

In questo articolo voglio presentare qualcosa di diverso e più appropriato, secondo me, alla natura del foglio elettronico: un risolutore di Sudoku senza macro che utilizza solo le funzioni del foglio di lavoro, ripreso da un mio progetto realizzato per gioco tempo fa e ora riscritto quasi interamente.

firefox: due modi diversi di difendersi dalla schedatura di google

Tra le tante estensioni di Firefox che si prefiggono di proteggere la riservatezza dei dati di navigazione e limitare i sistemi di tracciamento dei colossi del web come Google, ce ne sono due molto intelligenti che rendono anonime (o cercano di rendere tali) le ricerche effettuate su Google e gli altri principali mototi di ricerca, implementando due idee tra di loro contrapposte, che io ho soprannominato uno come tanti e uno per tutti:  TrackMenot e GoogleSharing. Vale la pena di parlarne brevemente.