avanti e indietro alla fiera dell’est

Alla fiera dell’est per due soldi un topolino mio padre comprò
e venne la mucca che allattò il topolino che al mercato mio padre comprò
e venne la siringa che vaccinò la mucca che allattò il topolino che al mercato mio padre comprò
e venne il novax che processò la siringa che vaccinò la mucca che allattò il topolino che al mercato mio padre comprò
e venne il latte che dissetò il novax che processò la siringa che vaccinò la mucca che allattò il topolino che al mercato mio padre comprò
e venne la mucca che fece il latte che dissetò il novax che processò la siringa che vaccinò la mucca che allattò il topolino che al mercato mio padre comprò
e rinvenne il topolino che bevve il latte della mucca che dissetò il novax che processò la siringa che vaccinò la mucca che allattò il topolino che al mercato mio padre comprò
e su tutti quanti l’emme erre enna a imperò però però

una mucca che allatta un topolino, o così doveva essere, ma l'intelligenza artificiale di DALL E non è poi così intelligente

creato con DALL E

un anno di esponenziale: rassegna stampa

esponenziale: puntata quattro

Articoli precedenti della serie:

  1. prologo
  2. non c’è senza tre
  3. erre-con-ti
  4. una questione lineare
  5. attenzione all’approssimazione
  6. il mito della crescita impetuosa

Per concludere con leggerezza questa serie di puntate, presento una breve collezione di notizie, sempre tratte dalla cronaca dello scorso anno, dove la parola esponenziale figura, in maniera curiosa, o stravagante, o solo sciocca, senza averne alcun titolo.

Se nel 2020 il campionato era iniziato senza neanche un allenatore toscano, a dicembre 2021 il numero è aumentato in maniera esponenziale. [fonte]/

Aumentato sì, ma non certo in maniera esponenziale, dato che, per la natura moltiplicativa di una sequenza esponenziale, uno zero iniziale sarebbe seguito da tanti altri zeri.

un’iperbole sulla sfera

earth-150.jpg

cortesia di Freepik

ho dovuto cambiare Paese e reinventarmi una vita. Ho visto mia madre una sola volta negli ultimi due anni, abito a 30 mila chilometri da dove ho sempre vissuto.

da L’Eco di Bergamo dell’8 luglio 2016

L’Eco di Bergamo ha raccolto lo sfogo di un politico locale che, accusato di corruzione (e non solo) e attualmente sotto processo, ha nel frattempo lasciato l’Italia per trasferirsi in California. Comunque, che si sia trattato di una sua involontaria esagerazione dettata dalla nostalgia di casa, o di un errore tipografico del quotidiano online, è impossibile essere lontani 30 mila chilometri da casa, perché tale distanza supera di gran lunga quella massima tra due punti qualunque sulla terra.

Per rendercene conto senza fare discorsi molto formali, possiamo limitarci a considerare il caso di due punti lungo l’equatore. Infatti, nel caso generale di due punti qualunque, possiamo immaginare, facendo finta che la terra sia una sfera perfetta, di ruotare opportunamente la linea dell’equatore, o meglio la circonferenza equatoriale, in modo che passi per entrambi i punti, e ricondurci così al caso precedente.

Dato che l’equatore misura circa 40.000 chilometri (basta ricordare la definizione di metro), due punti lungo di esso possono distare al più 20.000 chilometri, quando sono diametralmente opposti. Pertanto, la distanza tra due punti qualunque sulla terra vale meno di 20.000 chilometri e raggiunge questo limite solo quando i due punti stanno agli antipodi.

Percorrere 30.000 chilometri per andare da un punto a un altro si può fare solo ignorando la strada più breve, per esempio procedendo ad ampi zig zag o scegliendo la direzione opposta a quella naturale, passando cioè per gli antipodi, come chi per andare da Bergamo in California decidesse di sorvolare la Nuova Zelanda.

il numero di Calderoli

calderoli.jpgRiforme: algoritmo o equazione?
Tanti stanno cercando di capire l’algoritmo che ha generato 85 milioni di emendamenti. Pochi hanno invece capito la semplice equazione: “No riforme = No Renzi” dove le variabili,cioè le incognite, sono rappresentate dal numero dei miei emendamenti.

dalla pagina Facebook del senatore Roberto Calderoli

Non mi interessano granché (anzi, per nulla) le polemiche politiche a proposito della valanga di emendamenti presentati da Calderoli alla legge di riforma del Senato per paralizzarne i lavori. Per me se un’iniziativa ostruzionistica tanto semplice e insieme grottesca riesce nel suo obiettivo, più che il suo autore da biasimare è il sistema incapace di prevdere e gestire simili eventualità. Ne mi preoccupano le catastrofiche quanto inconsistenti previsioni sui suoi (solo teorici) effetti: miliardi di pagine da fotocopiare, tonnellate di carta da recapitare a ogni senatore, anni di tempo necessari a leggere, discutere e votare i singoli emendamenti.

D’altro canto mi incuriosiscono le notizie sull’algoritmo usato per generare i milioni di emendamenti. Dice Calderoli: Ho un programmino informatico che da un testo base è capace di ricavare decine di migliaia di varianti. Si cambia una parola, un articolo, un numero, e il giochino è fatto. […] Se in un emendamento scrivo la parola pera, l’algoritmo me lo riscriverà sostituendo pera con frutta, e poi con vegetale, e così via.

fuori i 30 secondi

gmail_150.png

Una piccola notizia cui è stato dato un (troppo) grande risalto: la funzionalità di Gmail che permette di bloccare un messaggio di posta elettronica entro 30 secondi dal suo invio (solo tramite interfaccia web) da sperimentale è diventata ufficiale. Se già prima la cosa mi sembrava buffa, ora trovo quanto tutto esagerato.

Comunque, mi è tornata in mente una battuta letta tempo fa su Twitter, tanto cinica quanto veritiera:

Non esiste al mondo un modo migliore di scovare un errore in un proprio messaggio di posta elettronica che rileggerlo dopo averlo inviato.

Poichè credo ciecamente, in ossequio alla legge di Murphy, che le cose storte succedono a prescindere dalle opportunità che abbiamo di evitarle, ritengo opportuno confermare la citazione precedente con un piccolo aggiustamento:

La funzione di annulla invio di Gmail è il modo migliore di rileggere un messaggio di posta elettronica dopo l’invio e accorgersi dopo più di 30 secondi che è stato spedito per errore.

esercizi di stile presidenziale

papessa.jpg

E’ cosa nota a tutti che in questa legislatura si registra la schiera più folta di deputate, circa trenta in percentuale, così come si riscontra una significativa presenza di donne che rivestono cariche e figure istituzionali prima ricoperte in via quasi esclusiva da persone virili. Anche da tale considerazione deriva in maniera più evidente rispetto all’epoca passata la necessità di adeguare la comunicazione parlamentare alla carica istituzionale, sociale e professionale assunta dalle donne e alla piena osservanza delle identità gonadiche, a garanzia dell’assioma di non discriminazione e a tutela della dignità della persona, in conformità alle norme previste dalle proposizioni numerate 2 e 3 della Costituzione.

Al di là delle diverse sensibilità individuali e politiche, credo sia importante da parte della presidenza della Camera richiamare l’attenzione sulle modalità di esecuzione delle discussioni parlamentari, in Aula e presso le altre istituzioni parlamentari.

In questa direzione, e tenute in considerazione anche analoghe iniziative assunte in altre nazioni, desidero segnalare l’opportunità che nelle allocuzioni svolte durante le sedute dell’Assemblea e delle altre istituzioni della Camera le cariche e le figure istituzionali siano richiamate nelle forme corrette, ossia secondo l’identità gonadica propria della persona cui esse si riferiscono.

Come è noto, nell’attuale corso parlamentare si registra il numero più elevato di deputati di sesso femminile, circa il 30%, così come si riscontra un significativo numero di diversamente uomini che rivestono incarichi e ruoli istituzionali prima ricoperti in via quasi esclusiva da uomini. Anche da ciò deriva in modo più evidente rispetto al passato il bisogno di adeguare il linguaggio parlamentare al ruolo istituzionale, sociale e professionale assunto dai diversamente uomini e al pieno rispetto del riconoscimento di genere, per garantire il principio di pari trattamento e tutelare l’onore dell’individuo, in accordo con quanto previsto dagli articoli 2 e 3 del Testo Costituzionale.

Al di là dei diversi orientamenti individuali e politici, credo sia importante per l’ufficio presidenziale del ramo del Parlamento che non è il Senato ridestare l’interesse sui modi di svolgimento dei dibattiti parlamentari, nell’Emiciclo e presso gli altri organi parlamentari.

In questo senso, e tenuto conto anche di analoghi progetti assunti in altri paesi, desidero segnalare il vantaggio che negli interventi svolti nel corso dei dibattiti assembleari e degli altri organi del succitato ramo del Parlamento gli incarichi e i ruoli istituzionali siano richiamati nei modi corretti, cioè secondo il genere proprio dell’individuo cui essi si riferiscono.

Sulla parità di genere avevo già scritto qualcosa. E no, non trovo le due versioni qui sopra più grottesche dell’originale.