radiografia di una crisi

Pieter Bruegel, particolare di
Lotta tra carnevale e quaresima

La disponibilità dei dati sulla qualità della vita che Il sole 24 Ore pubblica annualmente in libera consultazione e dei quali ho parlato nel mio ultimo articolo mi ha fatto nascere l’idea di sfruttare alcuni indicatori usati in quell’indagine per rappresentare graficamente la situazione economica nelle province italiane e il trend in atto.

Si tratta in sostanza di un semplice esercizio per sperimentare se e quanto un certo grafico riesca a esplicitare in termini intuitivi e immediati una serie di numeri la cui lettura integrale risulterebbe molto lunga e difficlmente produttiva.

Dall’elenco degli indicatori utilizzati per costruire il punteggio sulla qualità della vita, ho scelto i due che a mio avviso meglio riassumono lo stato di benessero o malessere dell’economia: il tasso di disoccupazione e il tasso dei prestiti in sofferenza, entrambi nella sezione affari e lavoro, considerando sia i valori provinciali pubblicati nel 2012 che quelli pubblicati nel 2011, per esaminare la variazione intervenuta nell’ultimo anno. Ho quindi costruito un grafico a dispersione che riporta la posizione di ciascun provincia e la traettoria corrispondente alla variazione del valore dei suoi indici, distinguendo per colore le ripartizioni geografiche. Ecco il risultato.

nuvola dei punti indicatori lavoro e prestiti province italiane


A mo’ di guida le diciture “crisi” e “ripresa” indicano la direzione peggiorativa e quella migliorativa dei due indicatori impiegati (rispettivamente tassi di disoccupazione e di insolvenza più alti e più bassi). Mentre la suddivisione territoriale è evidentissima (le province settentrionali mostrano valori mediamente migliori di quelle centrali e nettamente migliori di quelle meridionali e insulari, formando questi raggruppamenti dei gruppi abbastanza omogenei), la dinamica temporale non è così chiara: l’insieme delle linee tratteggiate indicano uno spostamento maggioritario verso l’alto, ovvero verso un aumento dei tassi di insolvenze, mentre la direzione in senso orizzontale, cioè la variazione dei tassi di disoccupazione, non è altrettanto chiara. Del resto alcuni dati, in particolare del tasso di sofferenze, mostrano fortissime oscillazioni da un anno al successivo e fanno pensare all’incidenza di qualche errore campionario.

Per questo motivo ho voluto ripetere l’analisi considerando un intervallo di tempo un po’ più ampio, ovvero un triennio invece che un singolo anno. Dato però che in questo periodo è cambiata la composizione degli indicatori nell’indagine de Il Sole 24 Ore, ho sostituito il tasso di prestiti in sofferenza con un indicatore simile, il tasso di decadimento dei prestiti per cassa, che esprime la solvibilità media di coloro che hanno contratto debiti con le banche, la cui serie storica è disponibile sul sito istat.it. Ed ecco il nuovo risultato.

nuvola dei punti indicatori lavoro e prestiti province italiane

Come prima, la ripartizione geografica continua a essere molto netta. Ma, in più, anche le variazioni registrate dai due indici nella maggior parte delle province appaiono più intelliggibili, dato che le linee tratteggiate che le rappresentano mostrano chiaramente una larga maggioranza di spostamenti verso destra e verso l’alto. Segno che, al di là dei possibili errori di misurazione, il peggioramento della situazione nell’ultimo triennio è direttamente percepibile.

2 pensieri su “radiografia di una crisi

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