né rimborso, né storico

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L’offerta più antica del mondo dei supermercati che sono in grado di ricordare è il 3×2, ovvero compri 3 e paghi 2. Il risparmio in termini percentuali sul prezzo ufficiale è facile da calcolare: 1 pezzo su 3 gratis corrisponde a uno sconto del 1/3 ≈ 0,333 = 33,3%.

Con le mille promozioni da cui siamo subissati oggigiorno le cose sono diventate un po’ più ambigue e meno trasparenti. Il 3×2 ha lasciato il posto ad altre variegate offerte i cui slogan (il secondo pezzo lo paghi la metà, ti restituiamo il tot% della spesa, non paghi l’articolo meno caro, eccetera) non saprei bene se servono più ad attirare l’attenzione dei consumatori o a confonderli, cioè a nascondere la reale (s)convenienza dell’offerta.

L’ultima iniziativa di Carrefour, pomposamente titolata Rimborso storico, non fa eccezione.

Occorre innanzitutto dire che non si tratta di un rimborso vero e proprio (come del resto in tante altre promozioni di diverse catene di supermercati), perché non viene restituito alcunché della cifra sostenuta per acquistare i prodotti della catena, ma vengono consegnati dei buoni sconto validi per gli acquisti successivi.
E non è storico perché in termini reali è molto lontano dalla percentuale dichiarata di “più del 100%”. Vediamo insieme il perché. La spesa sostenuta per l’acquisto di alcuni prodotti viene arrotondata per eccesso al primo multiplo di 5€ e dà diritto a ricevere dei buoni per tale importo in tagli da 5€ o 10€. Per esempio, spendendo fino a 5€ si riceve un buono da 5€, spendendo oltre 20€ e fino a 25€ si ricevono dei buoni per complessivi 25€ (due da 10€ e uno da 5€), e così via. Fin qui, è vero che i buoni ricevuti coprono più del 100% dell’importo speso.
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Però.

Gli stessi buoni permettono nelle settimane successive di ottenere uno sconto pari al loro valore sulle spese effettuate di importo minimo, e qui sta il trucco, di 40€ (per i buoni da 5€) o 60€ (per i buoni da 10€). Cioè, per usufruire di ciascun buono occorre fare degli acquisti di importo complessivo molto più alto del valore del buono stesso.

Per il consumatore, quale è il risparmio percentuale effettivo sulla spesa fatta?

Consideriamo i casi più favorevoli. Spende 1€ e riceve un buono da 5€, che può riscattare in occasione di una successiva spesa di 40€. Valore dei prodotti acquistati: 41€. Sconto praticato: 5€ / 41€ ≈ 0,122 = 12,2%. Oppure. Spende 6€ e riceve un buono da 10€, del quale usufruisce in occasione di una successiva spesa di 60€. Valore dei prodotti acquistati: 66€. Sconto praticato: 10€ / 66€ ≈ 0,152 = 15,2%. Una percentuale un po’ più alta della precedente, ma lontanissima dal 100%. E meno della metà del 33,3% della classica offerta 3 × 2 (che peraltro vincola all’acquisto di 3 pezzi per ogni prodotto).

E’ da notare che di solito la percentuale di sconto è ancora più bassa di quelle appena calcolate, perché il consumatore tipo non compera solo i prodotti in volantino che danno diritto ai buoni, e negli acquisti successivi non si ferma alla soglia minima indicata nella promozione. E all’aumentare dell’importo della spesa, il peso percentuale del buono si riduce. Facciamo un esempio. Il consumatore spende 25€ di cui 6€ in prodotti che gli valgono un buono da 10€, che riscatta in seguito a fronte di una spesa di 80€ anziché 60€. Valore dei prodotti acquistati: 25€ + 80€ = 105€. Sconto praticato: 10€ / 105€ ≈ 0,095 = 9,5%. Siamo scesi sotto il 10%! Per la catena di supermercati, poi, lo sconto effettivo praticato all’insieme di tutti i clienti che aderiscono all’iniziativa è ancora inferiore, perché occorre conteggiare una quota di consumatori sbadati che perdono i buoni o non li riscattano in tempo.

Dunque, uno slogan più azzeccato di quest’iniziativa, invece di Rimborso storico – più del 100%, potrebbe essere Sconto fantastico – oltre il 100%. Fantastico nel senso di fittizio, virtuale. :)
Per concludere: diffidate dei titoli roboanti delle offerte, o meglio, fate bene i vostri conti!
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2 pensieri su “né rimborso, né storico

  1. Pingback: il peso di uno sconto | sei-uno-zero-nove

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